Il senso delle cose

Dopo Sei pezzi facili continua la mia scoperta di Richard Feynman. Questa è la volta de Il senso delle cose, un piccolo volume (125 pagine) dalla struttura particolare.

Non si tratta infatti di un saggio divulgativo, ma della trascrizione di tre conferenze tenute dal celebre fisico nell’aprile del 1963 presso la University of Washington di Seattle.

Nelle tre sezioni (L’incertezza della scienza, L’incertezza dei valori, Un’epoca scientifica, la nostra?, nella traduzione italiana), il nostro sveste i panni del fisico in senso stretto, vestendo quelli di un cittadino-scienziato (il titolo originale è appunto The meaning of it all: thoughts of a citizen scientist) che pone al suo pubblico una serie di interrogativi, nel consueto e brillante stile di Feynman.

Numerosi i temi trattati, con sapiente dosaggio di humor, profondità e provocazione: dall’impatto che la scienza ha e avrà sulla società ai rapporti con la religione (può uno scienziato credere in Dio?), dalla necessità dello sviluppo di un pensiero libero, indipendente e critico all’analisi del conflitto Stati Uniti-Russia (in piena guerra fredda).

Una lettura (apparentemente) leggera per un bel viaggio nel pensiero dell’autore che, come un po’ accade in ogni sua opera, invita a guardare oltre, al pensiero divergente, al non dare nulla per acquisito come verità assoluta (non solo nella fisica teorica!), al guardare alla realtà con gli occhi curiosi di un bambino. Un invito, del buon Feynman, quanto mai attuale.


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