Gli ultimi uomini

A molti (me compreso, agli inizi) Olaf Stapledon non dirà nulla, ma quasi un secolo fa pubblica questo Gli ultimi uomini, una sorta di saggio narrativo che descrive cosa accadrà alla nostra povera razza nel futuro, in un percorso di miliardi di anni.

Forte della sua formazione filosofica, lo scrittore britannico accompagna il lettore in un viaggio evolutivo mutaforma e impressionante, descrivendo dettagliatamente le sfide e gli interrogativi che la nostra razza affronterà a partire dagli anni ’30 del Novecento, con orizzonte temporale indefinito.

In che modo gli uomini (si parte dai Primi, i nostri contemporanei, fino a “umani” di diciottesima generazione finiti a vivere su Nettuno) si evolveranno fisicamente, spiritualmente, filosoficamente? Saranno in grado di comprendere la loro vera natura e individuare il loro giusto posto nel cosmo, o finiranno per autodistruggersi?

Il finale, a mio modesto avviso, è forse non ai livelli del resto del saggio ma sento comunque di consigliare la lettura di quest’opera poco mainstream che, con le sue suggestioni inedite e visionarie per l’epoca (terraformazione, ingegneria genetica, conflitti nucleari, mente collettiva…), ha ispirato generazioni di scrittori successivi (tra i quali un certo Isaac Asimov).

Da menzionare, infine, il lungometraggio Last and First Men, uscito nel 2020 e ispirato a quest’opera di Stapledon.


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